mercoledì 5 maggio 2010

A volte ritornano...

...all'ospedale.Due giorni dopo la dimissione dall'ospedale, nuova colica e conseguente nuovo giro al pronto soccorso.Analisi del sangue, valori ematici nuovamente sballati. RX, TAC. Nuovamente ricoverata, per capire cos'è che non va. Si parla di gastroscopia per cercare di liberare un tubicino probabilmente ostruito e si riparte con flebo a tutto spiano. Sono in camera con una signora anziana che dorme quasi in continuazione, e nel mentre russa in un modo indicibile ( e qui l'IPOD è indispensabile per cancellare i rumori di fondo). Oltretutto parla solo calabrese, a me totalmente incomprensibile. D'altra parte nelle vallate alle spalle di casa mia ogni borgata ha un proprio dialetto e spesso non si capiscono da una sponda all'altra dello stesso torrente. Così, come mi succede quando non capisco cosa dice chi mi sta rivolgendo la parola, sorrido e tiro fuori un "eh..." come se allargassi le braccia in segno di rassegnazione. Ed è un peccato perchè la signora ha voglia di chiacchierare, di raccontare. Ci provo, a volte capisco il senso generale del racconto, ma capendo una media di 2 parole su 10 faccio veramente fatica. Così con la scusa che per far defluire il liquido dalle flebo alle mie vene devo stare coricata col braccio o la mano messi in un certo modo (mistero che le infermiere si rifiutano di approfondire) mi infilo le cuffiette e faccio finta di dormire. La TAC di lunedì dice che è tutto a posto. Probabilmente era rimasta un pò di sabbia oppure un calcolino piccino picciò che ha cominciato a ballare, ma adesso è tutto a posto. Posso tornare a casa. "Ma se avesse bisogno..." TIE'.

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